Oggi il mercato degli affitti brevi in Italia è un settore maturo e sempre più rilevante. Nel 2024 gli host attivi su Airbnb erano circa 350.000, con un incremento del 36 % rispetto al 2017.
Tuttavia, nonostante la crescita storica, secondo i dati dell’Associazione Italiana Gestori Affitti Brevi (AIGAB), nel 2025 si registra un lieve rallentamento: gli annunci online di affitti brevi sono scesi a 66.660, contro i 75.000 rilevati a inizio anno (-11 %).
Inoltre, solo circa il 52 % degli immobili adibiti ad affitti brevi ha ottenuto il Codice Identificativo Nazionale (CIN), segno che molti operatori non sono ancora pienamente in regola.
Questi dati confermano che gli affitti brevi stanno ridefinendo il modo di viaggiare e soggiornare — offrendo flessibilità, esperienze personalizzate e spesso costi più contenuti rispetto agli hotel — ma impongono anche che chi opera in questo ambito conosca bene contratti, obblighi normativi e strategie gestionali avanzate.
Gli affitti brevi sono una forma di locazione temporanea sempre più diffusa, caratterizzata da un periodo massimo di 30 giorni e destinata principalmente a finalità turistiche.
Secondo il Decreto Legge 50/2017, articolo 4, questi contratti si distinguono per:
Le statistiche europee evidenziano la significativa crescita di questo settore. Nel 2024, si prevede che gli affitti a breve termine raggiungeranno oltre 854 milioni di pernottamenti, dimostrando la loro importanza crescente nel mercato turistico. Questa tendenza riflette un cambiamento nelle abitudini di viaggio, con sempre più persone che preferiscono sistemazioni più flessibili, personali e spesso più economiche rispetto alle strutture alberghiere tradizionali.
Rispetto al 2020, la quota di soggiorni brevi (inferiori a 7 notti) è cresciuta del 28 %, mentre il turismo domestico rappresenta ormai oltre il 60 % delle prenotazioni (fonte: Eurostat 2025).
Ciò riflette un cambiamento stabile nelle abitudini di viaggio, con ospiti sempre più alla ricerca di esperienze autentiche e soluzioni flessibili rispetto agli hotel tradizionali.
Nel panorama degli affitti turistici, esistono diverse tipologie di contratti che si differenziano principalmente per la durata e gli obblighi amministrativi. Per gestire al meglio questi aspetti normativi, è essenziale comprendere le caratteristiche di ciascuna formula contrattuale.
Secondo la normativa italiana, le principali tipologie di locazione si suddividono in tre categorie principali:
È importante sottolineare che, anche per i contratti sotto i 30 giorni, è sempre consigliabile stipulare un contratto scritto per tutelare reciprocamente proprietario e affittuario, garantendo trasparenza e chiarezza nelle condizioni di locazione.
Ecco un confronto tra le principali tipologie di contratti di locazione turistica:
La gestione professionale degli affitti brevi richiede una padronanza di specifici termini tecnici e strumenti operativi. Per ottimizzare la gestione completa del tuo immobile, è fondamentale comprendere i concetti chiave che caratterizzano un approccio moderno e strategico.
Nel panorama europeo, le città stanno richiedendo sempre maggiore trasparenza e accessibilità dei dati nel settore degli affitti brevi. Questo trend evidenzia l’importanza di adottare pratiche gestionali professionali che vadano oltre la semplice locazione, mirando a un equilibrio tra esigenze turistiche e sostenibilità urbana.
Alcuni termini chiave nella gestione professionale includono:
Le piattaforme digitali hanno rivoluzionato il concetto di gestione professionale, facilitando la connessione diretta tra host e viaggiatori, semplificando processi amministrativi e offrendo strumenti di analisi e ottimizzazione sempre più sofisticati.
Nel panorama degli affitti brevi, gli obblighi normativi si stanno evolvendo rapidamente, richiedendo sempre maggiore attenzione da parte dei proprietari. Per gestire correttamente le procedure di check-in e identificazione, è fondamentale comprendere i nuovi adempimenti introdotti dalla legislazione italiana.
A partire dal settembre 2024, è diventato obbligatorio ottenere il Codice Identificativo Nazionale (CIN) mediante registrazione nella Banca Dati delle Strutture Ricettive (BDSR). Questo codice dovrà essere obbligatoriamente indicato in ogni annuncio e pubblicazione relativa all’affitto, rappresentando un passaggio cruciale per la trasparenza e la tracciabilità delle locazioni turistiche.
Gli adempimenti normativi principali includono:
Questi nuovi obblighi, introdotti dall’articolo 13-ter del DL 145/2023, mirano a garantire maggiore sicurezza e trasparenza nel settore degli affitti brevi, tutelandone al contempo la qualità e la professionalità.
La gestione degli affitti brevi comporta una serie di implicazioni economiche e fiscali che ogni proprietario deve attentamente valutare. Per comprendere i potenziali rischi legati alle piattaforme online, è fondamentale analizzare gli aspetti finanziari e normativi con la massima attenzione.
Le sanzioni rappresentano un aspetto critico da considerare. In caso di mancata osservanza degli obblighi normativi, i proprietari possono incorrere in ammende significative:
Alcuni rischi specifici includono:
L’attenzione ai dettagli e la conformità normativa diventano quindi elementi cruciali per trasformare gli affitti brevi in un’opportunità di investimento redditizio e privo di rischi legali.
Hai appena scoperto quanto sia complessa la gestione degli affitti turistici, tra contratti, obblighi normativi, rischi fiscali e nuove regole su codici identificativi e procedure amministrative. La burocrazia e i continui aggiornamenti legislativi mettono spesso i proprietari in difficoltà, rischiando di compromettere sicurezza e redditività. Ora che conosci i termini chiave come locazione breve, CIN, gestione professionale e tutti i rischi legati agli affitti a breve termine, non lasciare che queste sfide ti frenino.
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Gli affitti brevi sono contratti di locazione di immobili ad uso abitativo con una durata non superiore a 30 giorni, caratterizzati da servizi aggiuntivi e destinazione turistica.
Le principali tipologie sono: locazione breve (fino a 30 giorni), locazione medio termine (30 giorni - 6 mesi) e locazione lungo termine (oltre 6 mesi).
I proprietari devono registrarsi nella Banca Dati delle Strutture Ricettive, esporre il Codice Identificativo Nazionale (CIN) e installare dispositivi di sicurezza come estintori e rilevatori di gas.
I rischi fiscali includono la possibilità di doppia tassazione, obblighi di dichiarazione dei redditi e la necessità di documentare le entrate con precisione.
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